Le nostre attività del 2015
Stiamo lavorando alla 4° edizione del Festival della Letteratura di Milano e, devo dire, questo di per sé è già un piccolo miracolo.
Perché continuiamo a resistere nonostante l’aridità dei tempi, la crisi, il disimpegno, la mancanza di sostegno da parte delle istituzioni; nonostante (soprattutto) l’infinita scia di ostacoli che ogni anno ci troviamo a dover scansare sulla nostra strada.
Se di una cosa siamo stati subito consapevoli, da quando è iniziata questa avventura, è che arrecavamo fastidio. Forse per questo ci siamo impegnati a continuare, malgrado i mal di pancia e gli infiniti nonostante (di cui sopra).
Perché lo facciamo? Forse perché crediamo nel principio di una Cultura libera da bollini e da certificati di appartenenza, dai quali man mano ci siamo svincolati. Una Cultura che dovrebbe essere al centro di ogni attività umana, perché (ne siamo convinti) da essa dipende ognuna delle interrelazioni che costituiscono il tessuto sociale di una nazione, e della infinità di mondi che la conformano.
Quest’anno per la prima volta ci siamo dati un titolo, che rappresenta la tematica sulla quale s’incentrerà la quarta edizione del Festival della Letteratura di Milano, e che riteniamo di vitale importanza:
dirittiStorti
Quelli – i diritti – che una volta ci sono stati riconosciuti universalmente e che spesso qualcuno mette in discussione, arrivando non di rado ad abolirli.
Parlo del diritto alla Cultura (appunto), alla vita, al lavoro, a un modo non dozzinale di concepire l’esistenza.
Della possibilità di manifestare liberamente il nostro pensiero (per quanta urticaria possa generare), di manifestare il nostro dissenso, di non essere discriminati per il solo fatto di non corrispondere alle geometrie del potere in corso.
Dei diritti della Dignità, dell’Etica, e di altre parole che a forza di non essere più adoperate rischiano l’estinzione.
Del diritto di non dover aspettarsi parità di trattamento tra cittadini perché non ci sarà più la disparità di trattamento.
Secondo l’Ocse, “gli adulti italiani sono in fondo alla classifica europea (su un totale di 24 stati) per quanto riguarda la capacità, la preparazione letteraria e matematica e le conoscenze essenziali per orientarsi nella società del terzo millennio.”
Viviamo nel paese in cui l’analfabetismo di ritorno la fa da padrone. (Non importa se gli italiani sanno tecnicamente leggere, scrivere e far di conto. Ma l’uso che sono in grado di fare delle informazioni che possono acquisire.)
Nel paese, “faro della cultura occidentale”, che oggi si colloca all’ultimo posto della graduatoria nelle competenze alfabetiche (fondamentali per la crescita individuale, la partecipazione economica e l’inclusione sociale).
Nella città in cui gli eventi culturali vengono nominati in inglese (Book City, OperaCity, Piano City, per non parlare di car sharing, smart city, bike sharing, citylife, the tourist tax, Milano recycle city, city dressing…) come a voler continuare un disegno di depauperamento della lingua italiana cominciato qualche decennio fa tra le quinte sfavillanti della televisione berlusconiana.
L’unico commento alla nostra attività, da parte dell’Assessore alla Cultura – nell’unico incontro con lui avuto – è che non gli piaceva il nostro nome: Festival della Letteratura di Milano.
(Avremmo potuto forse trovarci un nome inglese, ma che ci vuoi fare? Siamo innamorati della lingua italiana.)
Forse perché i quasi novecento eventi realizzati in questi anni da parte del Festival (e della miriade di associazioni che vi hanno collaborato) sono stati realizzati senza alcun appoggio da parte del suo assessorato, o dalle istituzioni in generale, come se la nostra intraprendenza, la nostra libertà di giudizio, il non corrispondere ai parametri comandati facesse venir loro l’urticacea (ecco che torna).
Insomma, di questo e d’altro vogliamo parlare al prossimo Festival della Letteratura di Milano. Dello stato delle cose, e della possibilità di cambiarle, con fatica e dedizione. Con passione e coraggio.
Nel 2015 ci siamo proposti di farlo durare tutto l’anno. A partire dal mese di Marzo, con un nucleo centrale che si svolgerà dal 10 al 14 Giugno alla Biblioteca Chiesa Rossa e altre del circuito milanese.
A ridosso degli eventi epocali che stanno cambiando il volto della nostra città, dove si parlerà di quelli che coinvolgono il mondo che ci sta intorno.
Molte proposte sono già arrivate. Altre sono in viaggio.
Mandateci le vostre.
Facciamo in modo, insieme, che questi Diritti, da sempre Storti, possano diventare, finalmente, Dritti, inalienabili, nostri.
Quelli per i quali siamo disposti a giocarci ogni cosa.
Milton Fernàndez
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