FIPM – III edizione
La città invisibile
Festival Internazionale di Poesia di Milano
12 e 13 maggio 2018 – Mudec- La memoria e i desideri
(Progetto di coinvolgimento delle periferie)
“Ormai ho parlato di tutte le città che conosco.
– Ne resta una di cui non parli mai. Marco sorrise.
– E di che altro credevi che ti parlassi?”
Non ci sono città reali nel progetto La città invisibile, eppure quelle descritte appaiono tanto vere quanto quella/e che abitiamo quotidianamente. Nove “spunti di riflessione”, come li chiamava Italo Calvino, ciascuno di essi corrispondente ad una città delle nove che conformano il tessuto connettivo di una creazione della mente intitolata Milano. La città invisibile che tutti ci portiamo dentro, modellata a partire da quella che calpestiamo, viviamo, odiamo, adoriamo, crediamo di percepire, giorno dopo giorno, e da tutte quelle che ci portiamo dentro, a strati, dove convivono la città che una volta è stata, quella che costruiamo quotidianamente coi mattoni e i detriti di quelle che abbiamo dovuto abbandonare, quella che vorremmo che fosse, quella che un giorno racconteremo ai nostri nipoti, senza renderci conto che la stiamo inventando. Siamo, da sempre, portatori sani di paesaggi immaginari, creatori infaticabili di entelechie e di città-ideali.
Le città sono un insieme di tante cose, dice Calvino: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti i libri di storia dell’economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi…
Nel progetto La città invisibile (titolo e tema conduttore del prossimo Festival Internazionale di Poesia di Milano), convergono tutte quante. Quelle percepite con gli occhi, con la pelle, con la mente, e quelle che sono lì, in attesa del giorno in cui decideremo di innalzarle, di aprire porte e finestre per farle uscire allo scoperto, di immaginare un dentro e un fuori, un centro e una periferia, forse senza capire fino in fondo dove inizia l’una e dove finisce l’altro.
Una città conformata da tutte le voci, gli abbracci, le necessità, il pensiero, i dolori, i desideri; una città sempre meno invisibile, alla portata di tutti i sogni.
Siamo, come siamo sempre stati, Poeticamente Indipendenti.